Il matrimonio in Gallura e il rito della fidanzata nascosta
Nei Comuni della Gallura, diversi anni or sono, prima del matrimonio vero e proprio si svolgeva il rito della fidanzata nascosta.
Parliamo della pricunta (dallo spagnolo preguntar, cioè domandare), termine di derivazione spagnola che sta ad indicare il cerimoniale più simpatico del fidanzamento gallurese.
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Il matrimonio in Gallura e il rito della fidanzata nascosta
Nei Comuni della Gallura, diversi anni or sono, prima del matrimonio vero e proprio si svolgeva il curioso rito della fidanzata nascosta.
Parliamo della pricunta (dallo spagnolo preguntar, cioè domandare), termine di derivazione spagnola che sta ad indicare il cerimoniale più simpatico del fidanzamento ufficiale gallurese.
Ciò che si pricuntava, trattandosi di matrimonio, era la mano della sposa naturalmente.
La si chiedeva con una rappresentazione corale di tipo allegorico che suscitava non poca ilarità fra i presenti: ecco il perché.
Cos’era la Pricunta e quale era il significato nel matrimonio gallurese
Nei paesi della Gallura, in giorni ben precisi, si udiva l’eco dei passi di un corteo formato da uomini, donne, bambini e capeggiato dal futuro sposo e dai famigliari di questo.
La serpentina umana, molto folcloristica e vestita in abiti tradizionali, veniva accompagnata da spari e all’occorrenza da canti e musica. Si recavano tutti a casa della sposa per la pricunta.
Cos’era la pricunta? Pricuntare in gallurese significa domandare e deriva dallo spagnolo preguntar.
Si pricuntava la mano della sposa e lo si faceva con un rito particolare e ilare, chiamato rito “della fidanzata nascosta”.
Il rito della fidanzata nascosta in Gallura
Il rito della fidanzata nascosta è un’antica cerimonia di fidanzamento celebrata in passato non solo in Sardegna, ma anche anche in Francia, dove prendeva il nome di fiancée cachée o substituée (fidanzata nascosta o sostituita); in Inghilterra, in cui era conosciuta come mock bride (finta sposa) e in Germania, dove veniva chiamata falsche braut (sposa sbagliata).
Perché la pricunta faceva ridere i presenti? Semplice. La richiesta di matrimonio era formulata con una simpatica recita.
Al posto di chiedere la mano della sposa si fingeva di aver smarrito un animale e di essere disperatamente alla sua ricerca.
L’animale il più delle volte era un’agnella, che metaforicamente simboleggia la donna. In altri casi, specie nei riti praticati fuori dalla Sardegna, poteva essere una gioveca, una pecora o una colombella.
In ogni caso l’animale ricercato doveva essere di colore bianco (un’agnella bianca; una bianca colombella) per ragioni legate all’idea di purezza e castità della futura sposa.
Si noti come in Barbagia la dichiarazione riguardante l’aver perduto del bestiame è la stessa che si usa per la ricerca del bestiame rubato (“in circa ‘e perdimentu”), il che accosta inevitabilmente il rito della fidanzata nascosta all’abigeato (furto di bestiame).
Siamo venuti per chiedere il vostro aiuto, affinché possiamo ritrovare la colombella smarrita che cerchiamo da lungo tempo …
La richiesta di matrimonio in Gallura
Il rito consisteva nel raggiungere in corteo lo stazzo della donna, la cui porta veniva appositamente serrata fino all’arrivo della sfilata.
A quel punto, a fare capolino erano i famigliari di lei, che iniziavano a parlare del motivo della visita con il padre del futuro sposo.
Il discorso del padre poteva essere di questo tenore: Siamo venuti per chiedere il vostro aiuto, affinché possiamo ritrovare la colombella smarrita che cerchiamo da lungo tempo.
Essa è così bella, così modesta, così dolce ed unica, che la vita senza di lei non ha più senso. Siamo sicuri che si trova in questa casa, perciò non andremo via se prima non la consegnerete a noi .
Intesa la richiesta, il padre della fanciulla da chiedere in moglie iniziava a mostrare le donne della famiglia sciornando le qualità di ciascuna (Questa è la mia figlia preferita! Sa fare il pane! Sa cucire! Etc etc…), senza però far uscire la futura sposa.
Questa veniva tenuta per ultima, e una volta presentata, la recita terminava con un abbraccio e proseguiva con balli e danze.
Fonte: Folkore nuziale e identità sarda. Tesi di Laurea di Francesca Salis.