Simbologia del Componidori, maschera della Sartiglia
Pare non avere volto, né identità il Componidori che avanza fiero, in sella al proprio cavallo, benedicendo il popolo della Sartiglia, il famoso Carnevale di Oristano, con sa pippia’e maju: il colorato mazzo di fiori che evoca l’inizio della primavera e tutto ciò che di buono – ci si augura- arriverà dalla nuova stagione di semina.
La maschera tipica del Carnevale di Oristano: il Componidori e il suo significato
Pare non avere volto, né identità il Componidori che avanza fiero, in sella al proprio cavallo, benedicendo il popolo della Sartiglia, il famoso Carnevale di Oristano, con sa pippia’e maju: il colorato mazzo di fiori che evoca l’inizio della primavera e tutto ciò che di buono – ci si augura- arriverà dalla nuova stagione di semina.
Indossa una maschera senza tempo né nome, bianca se appartiene al gremio di San Giuseppe, scura se appartiene al gremio di San Giovanni.
Quella maschera, ogni anno, cela sembianze umane, di uomo o di donna, e ne nasconde la profonda empiricità dietro i tratti di una figura androgina ed eterea.
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Un semidio, un’entità sospesa fra cielo e terra
Il fascino del Componidori è ineguagliabile. Osservandolo si ha davvero l’impressione di trovarsi di fronte a un semidio, innanzi a un’entità astratta, sospesa fra cielo e terra, capace però di racchiudere l’immenso potere di entrambi.
Il destino, il fato, la fortuna di infilzare con la spada una stella sospesa e l’abilità, tutta umana, di riuscire nell’impresa mentre si corre a cavallo.
I rituali legati al Componidori, non a caso, parlano di trascendenza. Dal momento in cui si posa la maschera sul suo volto, durante il sacro momento della vestizione, diventa il cavaliere prescelto, il “capo corsa”, ma anche il “sacerdote della fecondità” che tutto benedice.
Di lì in poi, affinché possa preservare le sue qualità, tra cui la forza e la purezza, non dovrà toccare il suolo, pena la perdita dei poteri divini.
La maschera del Componidori: ipotesi sulle origini
La maschera del Componidori ricorda la tipologia di maschere utilizzate durante i riti collettivi comuni a diverse culture primitive.
Non a caso, caratteristica primaria delle medesime era la rigidità espressiva rispetto al volto umano, il che ha indotto gli studiosi a ritenere che originariamente rappresentassero il volto dei morti o entità sovrannaturali.
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Fonti: http://www2.infotelecom.es/~ecampins/Sartiglia/Il%20Vocabolario.htm
http://www.lasartiglia.it/it/articles/10/su-Componidori-e-la-sua-mascera.html
http://www.medioevoinsardegna.it/Sartiglia_Maschera_facciale.htm