I Paesi fantasma in Sardegna

La questione dello spopolamento in Sardegna va risolta con azioni che risollevino da una condizione di estrema povertà le aree più remote dell’isola. Numerosi sono i paesi fantasma, ormai abbandonati al proprio destino, ma dietro di essi si celano storie ancora vive e tutte da raccontare.

Il nostro viaggio inizia da qui, dalla mappatura dei borghi scomparsi e dal tracciamento di un itinerario per visitare quel che ne rimane.

Trenino Verde Sardegna

I paesi fantasma in Sardegna: storie fra le rovine

C’era un tempo in cui i paesi fantasma erano popolati da persone, amministrati, attraversati da vite che hanno sofferto e amato proprio come noi.

Non c’è peccato grave come il dimenticare, come il perdere un patrimonio di storia che ha, contrariamente al pensiero generale, le carte in regola per diventare risorsa.

L’ istantanea sullo spopolamento in Sardegna (autori Francesco Cocco, Nicolò Fenu e Matteo Lecis Cocco-Ortu) presenta un nuovo modello di futuro, in cui la bassa densità abitativa diventa opportunità di crescita.

Il valore paesaggistico di questi luoghi, unito all’accoglienza e la consapevolezza di una forte identità culturale, possono rivelarsi -secondo lo studio- le basi giuste da cui ripartire per far rinascere il territorio.

I paesi a rischio- estinzione sono molti.

Fra questi figurano figurano Ardauli, nei pressi del lago Omodeo, Morgongiori, Padria, dominato dal massiccio del Monte Minerva e ricco di testimonianze archeologiche. Lo studio “Comuni in estinzione”, effettuato dal Centro Regionale di Programmazione, segnala inoltre la prossima scomparsa di Monteleone Rocca Doria e di Semestene.

Monteleone Roca Doria S.Antonio. Fonte Sardegna Digital Library

Viaggio nei paesi fantasma

Terribili alluvioni, emigrazione verso le coste alla ricerca di opportunità lavorative. Le cause dello spopolamento in Sardegna sono diverse, fatto sta che, concatenate, hanno generato paesi spettro.

La mancanza di sviluppo turistico rende questi borghi pressoché sconosciuti, il che sotto certi aspetti, ne aumenta il fascino.

Gairo vecchio

Il vecchio centro abitato di Gairo. Fonte sardegna Digital Library

Situato in uno degli angoli più suggestivi d’Ogliastra, Gairo è forse il borgo abbandonato più famoso.

L’alluvione del 1951 ha segnato in modo irreversibile il suo destino, ma se ne possono ancora ammirare le case storiche, le scalinate e i caminetti che una volta scaldavano i suoi abitanti.

Gairo Taquisara è diventata una stazione del Trenino Verde. Il paese e l’area circostante, di elevata bellezza paesaggistica, possono essere visitati muovendosi su rotaia o con la propria auto, facendo attenzione alle strade impervie.

Gairo si trova qui.

Lollove

Il centro storico di Lollove. Fonte, Sardegna Digital Library

Poco distante da Nuoro, questo grazioso borgo si trova arroccato, affacciato su una valle di ampio respiro.

Fra le casette in rovina e le strade che le incrociano l’immaginazione vola come una rondine. Passeggiando a Lollove, come in altri paesi fantasma, scatta un desiderio ultimo del visitatore: quello di sbirciare fra le pieghe del tempo per vedere come si svolgeva la vita di una volta.

In realtà Lollove non può definirsi un vero paese fantasma. Qualche abitante c’è, e il borgo torna sotto i riflettori in occasione delle Cortes Apertas di Autunno in Barbagia.

Gli anziani raccontano di una maledizione.

La storia vorrebbe che delle suore, cacciate dal paese per aver amoreggiato con un pastore, abbiano inveito contro le graziosa cittadina pronunciando le seguenti parole:

“Lollove as a esser chei s’abba è su mare: no as a crescher nen parescher mai!” (trad. “Lollove sarai come acqua del mare; non crescerai e non morirai mai”).

Lollove si trova qui.

Rebeccu

Bonorva. Chiesa di San Lorenzo di Rebeccu. Fonte sardegna Digital Library

Colpita da un’altra maledizione a quanto pare fu Rebeccu, nei pressi di Bonorva.

Si dice che in epoca giudicale la principessa Donoria, figlia del Re Rebeccu, venne allontanata dal borgo perché accusata di stregoneria. Per vendetta la nobile pronunciò questa frase:

“Rebeccu, Rebecchei da ‘e trinta domos non movei” (trad. “Che Rebeccu non superi mai le trenta abitazioni”)

e che lo si voglia credere o no, nel 1950 il paese fu colpito da un grave fenomeno di spopolamento, tanto da vantare il triste record di appena sei abitanti.

Ospita ancora un ristorante di cucina tipica e una famosa manifestazione artistica: il “Rebeccu Film Festival”.

Rebeccu si trova qui.

Borgo Sant’Angelo

Villa Alice, Borgo Sant’Angelo. Fonte Sardegna Abbandonata.

Fra i paesi fantasma più suggestivi c’è Borgo Sant’Angelo, a dieci chilometri da Iglesias.

Avvolto in una folta vegetazione di sugheri e lecci faceva parte della Tenuta Modigliani, ed era caratterizzato da un economia tipicamente agropastorale.

Villa Alice (in foto) era la residenza padronale e la sede degli uffici del fattore. Di incredibile fascino, era composta da circa venti stanze, tutte dotate di caminetto. Ben visibili e antiche testimonianze del passato, sono anche la chiesa dedicata agli “angeli custodi” e gli adiacenti locali officina e stalle.

Borgo Sant’Angelo si trova qui.

Gli altri borghi abbandonati

San Vito, Miniera di Monte Narba. Fonte sardegna Digital Library

Il nostro viaggio fra i paesi fantasma non termina qui.

Il Villaggio minerario di Monte Narba ospitava una volta 900 operai, ed era dotato di tutto il necessario per vivere: ospedale, officina, falegnameria ed altri esercizi garantivano ai lavoratori e alle loro famiglie un’esistenza dignitosa.

Purtroppo a fine ‘800 le attività entrarono in crisi, e ciò non diede scampo nemmeno alla popolazione di Monte Narba, costretta a spostarsi per cercare nuove opportunità. Villa Madama, ex palazzo del direttore, era meravigliosa. Di lei oggi rimane qualche affresco e un palazzo pericolante.

Vecchia diga del Tirso. Fonte Sardegna Digital Library

Alla fine degli anni ’80, con la chiusura della centrale idroelettrica della vecchia diga, la popolazione di Santa Chiara (circa 450 lavoratori) fu costretta ad allontanarsi.

Oggi 30 edifici in stato di decadenza imperano dove prima c’era la vita. Ancora visibili le scritte di alcuni esercizi: la farmacia, l’ospedale e la vecchia scuola.

Recentemente dalle acque della diga è riemersa la casa del capocentrale, diventata meta di turismo.

La casa del capocentrale

Per conoscere tutti i borghi basta leggere l’approfondimento su Sardegna Abbandonata.