A Tempio Pausania, la Mostra Storica Brigata Sassari “Diavoli Rossi”

Se volete ripercorrere la nascita e la storia della Brigata Sassari, in particolare del 152° Reggimento Fanteria, potete visitare la Mostra Storica Brigata Sassari”Diavoli Rossi”, a Tempio Pausania.

Nella “città di pietra”, nel 1915, nacque il primo nucleo dell’eroica Brigata.

Oggi, l’esposizione ospita testimonianze importanti di un recente passato fatto di persone e gesta da ricordare.

La Mostra Storica Brigata Sassari “Diavoli Rossi” a Tempio Pausania

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L’esposizione a Tempio

Il Museo Mostra Storica “I Diavoli Rossi” della Brigata Sassari si trova a Tempio Pausania, in Via Stazione Vecchia.

Rappresenta un luogo di grande valore storico, dove nacque il 152° Reggimento Fanteria e in cui troviamo custoditi, oggi, cimeli, documenti e altre preziose testimonianze sulle gesta eroiche dell’omonima Brigata.

Durante la formazione dei reggimenti, oltre 1.500 giovani giunsero a Tempio Pausania per l’addestramento, organizzati in accampamenti nei dintorni della città e vicino a Calangianus.

Alcuni edifici del centro, come l’ex convento degli Scolopi e il palazzo scolastico, furono adattati per ospitare uffici amministrativi, infermerie, circoli ufficiali e mense.

A maggio, completato l’addestramento, le reclute furono trasferite da Tempio e Sinnai verso il fronte: imbarcate dai porti di Porto Torres e Cagliari, raggiunsero Civitavecchia e Napoli. Il 1° giugno erano già a Calcinto, nel pieno del conflitto iniziato il 24 maggio.

La mostra trova sede nell’edificio della vecchia stazione ferroviaria di Tempio, che un tempo era il capolinea della soppressa linea Tempio-Monti.

Joyce Lussu, scrittrice, Medaglia d’argento al Valor Militare, capitano nelle brigate Giustizia e Libertà, moglie in seconde nozze del politico e scrittore Emilio Lussu.

Durante il periodo bellico, quando Tempio era considerata una “Città Militare”, la stazione rappresentava un punto di transito per numerosi soldati in partenza per il fronte.

Recentemente, l’amministrazione comunale ha restaurato e adattato l’edificio per ospitare l’esposizione, che oggi custodisce la memoria storica della Brigata Sassari.

Grazie a un attento lavoro di ricerca, sono stati raccolti e catalogati gli elenchi dei caduti, dei feriti e dei dispersi di Tempio Pausania e dei paesi limitrofi durante la Prima Guerra Mondiale (1915-1918), offrendo così una preziosa testimonianza del sacrificio di queste comunità.

L’allestimento e la cura del museo sono stati seguiti dal maresciallo Antonio Pinna, con il supporto di ricercatori e studiosi locali, tra cui il professor Erennio Pedroni. Il Museo Mostra è gestito dal Luogotenente Antonio Pinna con la collaborazione dell’Associazione Sivelu Aps.

 

 Orari della mostra:

A febbraio 2025 è aperta su prenotazione.

I giorni di apertura ordinari sono il lunedì, il mercoledì e il giovedì dalle 10 alle 12.

Per prenotare la visita, contattare i seguenti nr: 393 68 59 062 oppure 347 12 49 501 o il 348 89 93 581. 

Dalla Sardegna al fronte.

La nascita della Brigata Sassari nella Prima Guerra Mondiale

foto storica in bianco e nero a Sassari, la Brigata davanti alla Caserma-La-Marmora-arrivo-dei-coscritti-sardi.-Indossano-il-tipico-costume-isolano
Sassari, Caserma “La Marmora”: arrivo dei coscritti sardi. Indossano il tipico costume isolano. Al ritorno dalla guerra la maggior parte di essi preferirà vestire gli abiti civili conosciuti nel “continente”,decretando così la scomparsa dell’antico costume. Fonte: pagina FB della Mostra “Diavoli Rossi”

Era il 1° marzo 1915 quando, a Tempio Pausania, vide la luce la Brigata Sassari, del 152° Reggimento Fanteria.

Negli stessi giorni, a Sinnai, nasceva il 151° Reggimento, costituente assieme al primo il nucleo storico della brigata “meccanizzata”, composto quasi interamente da sardi.

La battaglia contro l’impero austro-ungarico era alle porte ed occorreva prepararsi. Fu così che la Brigata Sassari venne subito messa al servizio della Prima Guerra Mondiale, quando combatté sull’Isonzo e ottenne la citazione sul bollettino del Comando Supremo come migliore unità, per le sue azioni eroiche.

Nel 1916 prese parte ai combattimenti sull’Altopiano di Asiago, distinguendosi nella riconquista delle vette del massiccio delle Melette – tra cui il Monte Fior, il Monte Castelgomberto, il Monte Spil e il Monte Miela – nonché del Monte Zebio, impresa che gli valse la sua prima medaglia d’oro.

Il Tenente Alfredo Graziani da Tempio Pausania (SS). Comandante della dodicesima Compagnia del 151 Reggimento, è considerato il padre delle azioni ardite della Brigata Sassari.
Il Tenente Alfredo Graziani da Tempio Pausania (SS). Comandante della dodicesima Compagnia del 151 Reggimento, è considerato il padre delle azioni ardite della Brigata.

Una testimonianza dettagliata di questi avvenimenti è riportata nel memoriale “Un anno sull’Altipiano di Emilio Lussu”, all’epoca ufficiale della Brigata.

Dopo la disfatta di Caporetto, tra novembre e dicembre 1917, la “Sassari” fu impegnata nei combattimenti lungo il Piave, con l’obiettivo di arrestare l’avanzata delle truppe austriache, che nel frattempo avevano già occupato il Friuli e parte del Veneto.

Nel 1918 prese parte alla battaglia dei Tre Monti, conquistando il Col del Rosso, il Col d’Ecchele e il Monte Valbella, evento che gli valse una seconda medaglia d’oro.

Purtroppo, le azioni eroiche della Brigata valsero molte vite.

Si stima un numero di vittime elevatissimo: il 13,8% degli effettivi contro il 10,4 della media nazionale (138 Sassarini ogni 1000 incorporati contro la media nazionale di 104). Le perdite subite furono 3.817 tra morti e dispersi e 9.104 tra mutilati e feriti.

I riconoscimenti alla Brigata Sassari nel Dopo Guerra

stemma brigata sassari

Per l’incredibile sforzo dimostrato dai combattenti della Brigata, furono conferiti diversi riconoscimenti.

Nel dettaglio:

  • 6 Ordini Militari di Savoia;
  • 13 Medaglie d’oro al valor militare: 9 ad ufficiali e soldati; 2 alla bandiera del 151º Reggimento; 2 alla bandiera del 152º Reggimento. L’ottenimento nell’arco di una sola campagna di guerra di 2 medaglie d’oro alla bandiera per ciascun reggimento, è un caso rimasto unico nella storia dell’Esercito italiano. Tre delle quattro medaglie d’oro vennero concesse dopo le battaglie sull’altopiano di Asiago, per questi motivi oggi numerosi paesi dell’altopiano vicentino sono gemellati con paesi sardi:
  • 405 medaglie d’argento;
  • 551 medaglie di bronzo;
  • 4 citazioni speciali sui bollettini del Comando Supremo:
  • 1 citazione all’ammirazione dell’Esercito e della Nazione dal Comandante del Gruppo speciale di retroguardia dell’Esercito Tenente Generale Antonino Di Giorgio, per l’abnegazione e l’eroico contegno tenuto durante la ritirata sul Piave;
  • “drappelle reali” (scudo sabaudo e stemma di Sardegna) conferite motu proprio dal Re alle fanfare dei due reggimenti come riconoscimento delle speciali benemerenze acquisite in guerra;
  • mantenimento in servizio permanente, alla cessazione delle ostilità, come riconoscimento per il valore dimostrato in guerra.