Tradizioni di Seulo – Parte I° / Intervista a Giansalvatore Moi
Questa settimana vi porto alla scoperta di Seulo e delle sue tradizioni.
Per iniziare, ho intervistato Giansalvatore Moi, classe 1969, esperto nel settore dell’allevamento e della produzione casearia.
Da anni è impegnato anche nel turismo, settore già radicato nella Barbagia di Seulo, che vive di recente una crescita significativa.
L’appartenenza del paese alle Blue Zone, la natura incontaminata del territorio, il cibo genuino e l’aria pulita, hanno contribuito, senza dubbio, a rendere Seulo una meta sempre più apprezzata.
Moi, con la sua storia, ci offre un interessante spaccato della vita locale.
Racconta le sfide e le soddisfazioni del suo lavoro, nonché l’importanza di preservare le tradizioni che rendono unico questo angolo dell’isola.
Intervista a Giansalvatore Moi, allevatore e imprenditore di Seulo
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D: Giansalvatore, la tua famiglia ha una lunga tradizione nell’allevamento. Come è iniziata questa attività?
R: Sì, nella mia famiglia l’allevamento si tramanda da generazioni. Mio nonno, mio padre, tutti hanno sempre vissuto di questo. Io ho sempre vissuto in montagna e appena finite le scuole medie ho iniziato a lavorare nell’allevamento, soprattutto con capre e maiali.
D: Raccontaci un po’ della storia della tua famiglia…
R: Negli anni ’70 c’è stata la peste suina e mio padre perse tutti i maiali. Qualcosa gli venne rimborsato, ma fu un colpo duro. Così, nei primi anni ’80, decise di aprire un negozietto di alimentari a Seulo.
Poi, negli anni ’80, i miei due zii emigrati in Germania ebbero l’idea di aprire un piccolo albergo a Seulo, l’Hotel Miramonti, inaugurato nel 1984 . Uno dei miei zii, sposato con una donna tedesca, lo gestì fino al 1996, quando è passato a noi, tutta la famiglia. Anche dopo, abbiamo sempre mantenuto l’azienda agricola.
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D: E poi è nato anche l’agricampeggio…
R: Esatto, una decina di anni fa uno dei miei zii ha avuto un’altra idea: aprire un agricampeggio, l’Helga’s, che prende il nome da mia zia tedesca. Abbiamo bungalow, piazzole per tende e camper, una piscina ed è aperto tutto l’anno. Anche a Capodanno ospitiamo persone!
D: Ti occupi ancora dell’allevamento?
R: Sì, il nostro allevamento è allo stato brado, a circa 10 km da Seulo. Abbiamo capre e maiali. Per anni, a causa della peste suina, siamo stati bloccati e non potevamo esportare nulla, ma ora il problema sembra risolto.
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D: Cosa producete con il latte?
R: Conferiamo il latte a una cooperativa di Nurri, che lo trasforma in formaggio. Produciamo formaggio di pecora fresco e, soprattutto, formaggi caprini, stagionati e di altro tipo.
D: Hai mai pensato di fare un lavoro diverso?
R: Nel 2002 ho provato a lavorare nella trasformazione del latte, ma non mi piaceva. Ho anche provato a lavorare a Cagliari, sempre nel settore, ma con il Covid siamo rientrati in paese. Alla fine, la montagna mi ha sempre richiamato.
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D: Che rapporto hai con la montagna?
R: È un bel rapporto, perché mi ha sempre dato da vivere. Bene o male, so fare l’allevatore. Anche nei momenti di crisi, la montagna ti permette di sopravvivere, lo so per esperienza e per tradizione familiare.
D: Qual è la situazione economica nella tua zona?
R: Qualcosa in più si potrebbe fare. Ci sono aiuti della Comunità Europea, ma qui in montagna non bastano. Se hai un terreno fertile è un conto, ma in Barbagia di Seulo devi comprare tutto: foraggi, cereali, trasporti… Tutto è più difficile e costoso. Abbiamo sicuramente delle agevolazioni e contributi, altrimenti non rimarrebbe più nessuno in queste zone. Bisogna cercare di diversificare le entrate con altre attività.
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D: Il turismo può essere una soluzione?
R: Sì, il turismo è una cosa positiva, ci piace. Negli ultimi anni, a Seulo, è cresciuto molto. Prima i turisti venivano solo in estate, ora quasi tutto l’anno, anche se la primavera è il periodo migliore. Località come Sa Stiddiosa hanno avuto un boom di visitatori e hanno smosso l’economia. Noi crediamo nel turismo e pian piano anche la mentalità locale sta cambiando. È una ricchezza per tutti, anche per i produttori locali.